E' variabile di snodo tra quelle strutturali (obiettivo, metodo e ruoli) e quelle c.d. di percorso (clima, comunicazione, sviluppo).
Le sue caratteristiche la collocano, per l'esattezza, sul confine: se ci si riferisce al ruolo di leader, la leadership si presenta nei suoi connotati strutturali, se, invece, ci si riferisce alle funzioni della leadership, essa meglio si esprime nei suoi aspetti c.d. di percorso.
La leadership di un gruppo di lavoro va, in ogni caso, intesa come funzione di equilibrio tra membership (membri del gruppo) e groupship (gruppo).
L'esigenza della leadership nei gruppi si origina, prima di tutto, da esigenze di governo e di sviluppo del gruppo stesso e non da una qualsiasi esigenza o necessità degli individui di essere guidati.
La leadership è determinante per la qualità delle prestazioni, per il clima, per la comunicazione e per le decisioni del gruppo di lavoro.
La leadership presa in considerazione da questo modello di group building è la c.d. leadership di servizio. Il leader lavora con il gruppo, non per o sul gruppo, non si sostituisce ad esso, né nelle decisioni, né nel superamento delle difficoltà. La sua finalità è l'ottimizzazione delle risorse disponibili all'interno del gruppo sia in termini operativi che relazionali. Ha funzione più di fluidificatore del lavoro che di produttore di risposte, attiva più che essere attivo, tende al successo del gruppo più che all'espressione delle sue potenzialità, anche per contrastare il fenomeno della c.d. regressione, più volte denunciato all'interno dei gruppi di lavoro, o del fenomeno contrario, cioè la controdipendenza.
Come deve essere una leadership di servizio? Ecco un elenco di caratteristiche peculiari:
Le funzioni indispensabili per la sopravvivenza, la crescita e l'autoaccudimento del gruppo di lavoro si individuano nei tre vertici della competenza, dell'appartenenza e della comunicazione. Non è importante né forse possibile, che vengano svolte tutte dalla stessa persona, né che sia il leader istituzionale a svolgerle tutte contemporaneamente, ma è importante che esse siano riconosciute dal gruppo:
L'ascolto diventa allora un'opportunità per conoscere e per conoscersi meglio e per far evolvere ed arricchire la propria soggettività.
Ovviamente, della comunicazione fanno parte, oltre l'ascolto, il silenzio, la noia e la confusione: tutto è comunicazione.
Ma comunicare significa, evidentemente, anche esporre, inteso come attività del "parlante".
Nell'esposizione è necessario che si sappia misurare il valore delle proprie conoscenze ed informazioni e delle proprie capacità di comunicazione, il proprio stile; inoltre, il valore e la significatività dei contenuti da comunicare determinano in modo decisivo l'esposizione.
Un'esposizione efficace presuppone che chi parla sviluppi interesse, susciti, in qualche modo, curiosità e coinvolgimento degli interlocutori: ciò è possibile se i valori attribuiti ai contenuti ed alle relazioni agiscono in giusto equilibrio nel determinare il modo di comunicare.
Mentre lo scambio garantisce la sintonia, l'ascolto costruisce la condivisione e l'esposizione certifica l'impegno, il feedback assume la funzione strumentale di garanzia, cioè di prova se quello che si comunica è compreso da tutti ed è compreso da tutti allo stesso modo.
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